Inizio con lo svelarti una grande verità che formatori e guru di crescita personale troppo spesso dimenticano di dirti: per scoprire come controllare la mente non hai bisogno della mente.
Te la faccio semplice come piace a noi di Essere Felici Blog: facciamo finta che la tua mente sia una bicicletta e che tu debba imparare ad andarci per la prima volta, di cosa hai bisogno? Certo, possedere una bicicletta è importante ma prima di tutto hai bisogno di mani, piedi, occhi e qualsiasi altra parte del corpo utile allo scopo. E non solo: hai bisogno di coordinazione e di equilibrio, successivamente hai bisogno di capire come frenare, come curvare, si, quindi anche un minimo di meccanica di base di come funziona il velocipede torna utille. Ma cosa è la bicicletta? È solo uno strumento, una tua estensione che ti permette di dare sfogo alla nuova capacità acquisita. Non è la bicicletta a portarti ma sei tu che la conduci. Tu non sai andare in bicicletta perché ne possiedi una, ma perché hai messo insieme diverse abilità per poterla manovrare. La bicicletta non ha equilibrio, sei tu che glielo trasferisci. Non ha forza, sei tu che gliela dai e la orienti verso un punto o verso un altro.
La mente funziona allo stesso modo: per controllarla hai prima bisogno di comprendere quali strumenti adoperare e come adoperarli. Le ginocchia sbucciate fanno male e non piacciono a nessuno ma purtroppo alla nascita non ci vengono forniti gli strumenti necessari per controllare in maniera efficace l’organismo in cui siamo inseriti e tanto meno la scuola odierna ci fornisce un libretto di istruzioni a riguardo. Allora, sei pronto a togliere le rotelle per iniziare a pedalare come si deve?
La mente deve essere condotta, non deve condurti. In questo articolo ti invito a scendere un attimo dal tuo veicolo per osservarlo meglio, ci stai?
LA NATURA DELLA MENTE
Vuoi capire come controllare la mente? Allora scopriamo prima cosa è e come funziona!
Ti invito a prendere un foglio completamente bianco. Fatto? Bene, osserva il foglio. La tua natura è come il foglio bianco dove tutto può essere scritto. Quel foglio rappresenta la presenza consapevole della mente universale.
Normalmente sperimenti lo stato di presenza consapevole in particolari momenti della tua vita, ma sono solo piccoli attimi. Quando avviene? Quando fai ciò che ti piace e non ti accorgi del tempo che passa, quando contempli un tramonto, quando fai l’amore, quando giochi con i tuoi bimbi, quando sei presente con tutto te stesso in quello che stai facendo.
In quei momenti sei nel flusso, tutto è possibile, stai vivendo il presente, hai il cuore spalancato dalla gioia dell’istante che stai consumando e ciò che è fuori è anche dentro e ciò che è dentro è anche fuori. In questi momenti la tua mente individuale non ha il controllo su di te. Ma se è vero che all’origine il foglio era bianco nel tempo qualcosa è apparso su questo foglio. Un cerchio.
Questo cerchio indica un confine e delimita te stesso. Questo cerchio è l’idea dell’IO che appare e si rafforza man mano che cresciamo. Mente si identifica in un’unità e inizia la sua separazione dalla fonte. Ad ogni modo essa rimane un frammento della Grande Mente, nonostante la barriera che ha eretto, nonostante il suo peregrinare ora proceda verso il centro del cerchio in cerca di se stessa (come tra poco vedremo) e non più verso l’esterno, verso la sua origine.
Questo cerchio è quello che mente vuole farti credere di essere, isolato da tutto quello che potresti essere e confinato invece in quello che sei, un’individualità. Dentro questo cerchio inizia l’attività mentale dell’ego. In questo cerchio appare un nome che ti identifica, inizia a costruirsi la tua vita e man mano si crea un’immagine di chi sei e alla quale farai fede giorno dopo giorno.
Tu sei l’immagine che hai di te stesso, ne piu ne meno. Se pensassi di essere una scimmia cominceresti a saltare sugli alberi, se pensassi di essere generoso diffonderesti atti di generosità ad ogni occasione, se pensassi di essere timido faresti fatica ad affrontare un discorso in pubblico, se pensassi di essere fortunato coglieresti il meglio da qualsiasi situazione. Tu sei chi scegli di essere. Tu scegli a che frequenza vibrare, tu scegli la realtà sulla quale sintonizzarti. Tu sei chi crei.
Quando sei nel flusso il cerchio sparisce e tutto quello che mente aveva costruito per identificarsi e separarsi dalla fonte scompare… ma solo per poco. Riapparirà appena il tuo momento di entusiasmo (entusiasmo: dal greco EN dentro e THÉOS dio, letteralmente dio dentro) termina.
Quando fai ciò che ti piace non pensi alle bollette, non pensi se sei in disordine, non pensi alla lite dell’altro giorno con il tuo partner o al rubinetto che perde. Quando sei nel flusso sei. Punto. Il cerchio non c’è. La grande mente sperimenta se stessa senza filtri e attraverso di te può compiere grandi cose, prodigi, miracoli.
Ma non sempre le permettiamo di agire vero? Quando esci dal flusso il cerchio riappare, riappare il passato con i suoi rimpianti, il futuro con le sue ansie e il presente diventa un luogo temporale scomodo. Il presente alla mente non piace perché nel presente lei perde ogni controllo.
Vuoi una prova? Alza la mano destra, aprila, chiudila, aprila di nuovo, piega l’indice. Mentre facevi questo esercizio eri presente, stavi dedicando attenzione al movimento della tua mano, non pensavi, agivi. La mente non c’era. C’era solo presenza. Fin qui tutto chiaro? Procediamo! Dentro questo cerchio dove avviene il processo di creazione dell’ego, si formano altri 3 cerchi, uno dentro l’altro.
Qui a fianco puoi vedere uno schema semplificato con cui il mio piccolo grande Maestro Agata (la mia bimba) ha deciso di omaggiarci.
Subito dopo il primo cerchio troviamo il cerchio che rappresenta il movimento del pensiero. Tutti i pensieri che ruotano in questo cerchio derivano da un unico pensiero, dal pensiero dell’idea dell’IO che alberga nel primo cerchio.
La maggior parte dei pensieri sono solo un rumore di sottofondo, pochi sono quelli generati consapevolmente. Ci sono poi pensieri utili, quelli che possono essere tramutati in azioni concrete, e poi ci sono pensieri meno utili, quelli discorsivi, che incessantemente riempono la nostra testa senza alcun permesso e senza alcun obiettivo specifico.
Esistono pensieri di rabbia, di amore, di dubbio… ma il pensiero rimane un prodotto della mente e se ti identifichi con esso stai perdendo il contatto con la tua vera natura. Se dici a te stesso ora sono arrabbiato, ti stai identificando con il pensiero di rabbia che è sorto in te.
Il pensiero può anche sorgere ma tu puoi scegliere se osservarlo o farti coinvolgere. Potresti dire invece quello che è accaduto ha fatto sorgere in me un pensiero di rabbia, facendo così crei il giusto distacco tra chi sei realmente e il tuo pensiero. Al momento che il pensiero ti travolge hai perso la tua consapevolezza. E riflettici un attimo: non sei tu che hai generato il pensiero di rabbia ma è stata l’idea dell’IO (primo cerchio) a generare quel pensiero. Tu sei il foglio bianco, non il primo cerchio, non il secondo.
E il terzo cerchio? Il terzo cerchio è quello delle emozioni depotenzianti. Ci tengo a ricordarti che esistono solo due tipi di emozioni dalle quali si originano tutte le altre: l’amore e la paura. In questo cerchio vengono confinate tutte le emozioni sorte dalla paura. Quelle sorte dall’amore evadono dai cerchi, per loro natura si espandono per trovare unione con la grande mente, non creano separazione, ecco perché non possono essere confinate dentro la struttura mentale che stiamo osservando. L’amore non pensa ai profitti e alle perdite, la paura si.
Quando vivi nel flusso non pensi di viverci, fluisci e basta, sei presente. Quando ami non pensi di amare, quando provi compassione non pensi di provarla, quando il cuore si apre la mente tace. Sono sensazioni che non scaturiscono dal pensiero ma dall’essere. E la felicità è amore, è la magia che fa accadere tutte le cose.
Quindi, cosa sono invece queste emozioni depotenzianti?
In questo cerchio la nostra esperienza si restringe ulteriormente. Diventiamo ciechi alla nostra vera natura perdendo cosi ogni possibilità di manifestare la nostra spiritualità. Le emozioni depotenzianti, tutte sorte dalla paura, sono molte ma 5 sono le principali dalle quali derivano poi tutte le altre e sono: l’orgoglio, l’invidia, l’attaccamento, la rabbia e l’indifferenza.
La prossima volta che non ti senti felice, che senti di soffrire per un qualsiasi motivo, osserva quello che sta accadendo dentro di te e vedrai che troverai attiva una di queste emozioni o un suo sottoprodotto. E allora scoprirai che non sei tu a stare male e non è neanche quello che è accaduto a farti stare male, ma è l’emozione che il sistema mente interno ha generato a causarti il malessere.
Ultimo cerchio: le azioni!
Tutto quello che è avvenuto nei primi tre cerchi si manifesta attraverso le azioni. Mai sentito frasi del tipo le tue emozioni creano i tuoi risultati, oppure, cambia i tuoi pensieri, cambia la tua vita? Le azioni sono il prodotto finale del processo mentale e se questo processo non viene curato ci ritroveremo veramente in un mare di cacca, non trovi? Non attrai quel che vuoi, ma attrai quel che sei. Perché quello che sei, l’idea dell’IO che soggiorna nella tua mente, finirà con produrre azioni utili al raggiungimento dell’immagine che hai di te con precisione chirurgica. Sia che l’immagine susciti azioni d’amore, quindi di apertura e unione, sia che susciti azioni dominate dalla paura, quindi di chiusura.
Per riuscire a controllare la mente dobbiamo intraprendere un percorso contrario alla struttura che usa lei, partendo dal cerchio più piccolo fino a superare quello più grande. E sai qual è quella cosa che ti permetterà di compiere questo tragitto in modo naturale? Un obiettivo.
Il tuo compito è scoprire qual è il tuo compito e dedicartici con tutto il tuo cuore.
(Buddha)
MENTE E OBIETTIVI
Per sottomettere la mente al tuo volere hai bisogno innanzitutto di un obiettivo. Se non sai quello vuoi la vita ti darà quello che non vuoi. Non puoi pensare di esistere semplicemente per il piacere di esserci. Noi esseri umani siamo nati per creare, non per vegetare. Abbiamo dei bisogni da soddisfare. Madre Natura ha distinto bene i compiti per le sue creature e l’essere umano non è fatto per non fare niente. A che servirebbero mani, gambe, cervello, intuito e tutto il resto?
L’essere umano funziona come la bicicletta che abbiamo preso prima in considerazione. La bicicletta mantiene l’equilibrio solo se ci si muove verso una direzione. Quando ci si ferma dobbiamo poggiare i piedi a terra altrimenti caschiamo. La maggior parte di persone ha una buona bicicletta ma non pedala e se pedala gira in tondo perché non sa dove andare. Questa è la causa del malcontento, dell’ansia, della depressione e di qualsiasi altro disturbo mentale possa coglierci. Quando hai un obiettivo non hai tempo per creare malessere.
E avere un mezzo con cui muoversi e non usarlo non lo mantiene efficente, lo deteriora. Ci hai mai fatto caso che le ruote della bicicletta si sgonfiano di più quando non la usi? E la catena che si arruginisce? Usare ciò che abbiamo a disposizione ci permette di mantenerlo in buono stato, mente compresa.
Quando in noi è presente un obiettivo la coscienza si regola e gran parte della concentrazione mentale (focus) viene indirizzata verso la sua realizzazione. E come sai, dove poni l’attenzione li fluisce la tua energia e si vedono i risultati desiderati. Tutto ciò che monitori non può far altro che crescere e l’immagine mentale del tuo obiettivo, se riesci a mantenerla abbastanza a lungo presente in te, se la nutri con fede e azioni utili, non potrà far altro che manifestarsi.
Quando un uomo non sa verso quale porto si dirige,
per lui nessun vento gli sara’ utile.
(Seneca)
L’essere umano ha bisogno di un scopo. Egli stesso è e deve essere il suo scopo, quindi ha bisogno di realizzarsi portando a termine qualcosa che per lui sia importante. Quando non esiste un obiettivo ci si sente persi e la vita perde significato, vero? Esistiamo per risolvere problemi, per creare, per conquistare, per aiutare… senza uno scopo da raggiungere, senza una causa da difendere, senza ostacoli da superare, non si può essere soddisfatti e felici della propria esistenza.
Quando manca uno scopo la mente inizia a girare su se stessa e il corpo inizia a decadere. Al contrario, quando in te è presente uno scopo, mente e corpo vengono rinvigoriti, la tua percezione aumenta e inizi a cogliere opportunità utili al raggiungimento del tuo obiettivo. La vita si riempie di vigore, di creatività, e tu ti ritrovi nel flusso proteso fuori dalla tua zona di comfort. La mente ha perso il controllo. Non è più lei a usarti ma sei tu che la sottometti al tuo volere. Questo è il potere che ti dona l’avere uno scopo nella vita e vivere per esso.
Avere un obiettivo ti permette di reagire selettivamente alle informazioni esterne, ti aiuta a costruire e a mantenere l’ambiente in cui vivi con consapevolezza, inoltre aumenta il tuo grado di autocontrollo e di autodisciplina.
Quando sai quello che vuoi, quando il tuo obiettivo è chiaro, impari a sottomettere i desideri al tuo scopo e riesci tranquillamente a sacrificare i piaceri momentanei per delle priorità che daranno frutto nel medio e lungo termine.
La mente è un ottimo servitore e un pessimo padrone. Dalle un obiettivo su cui lavorare altrimenti saboterà la tua esistenza. E dopo questa breve digressione sull’importanza di avere un obiettivo nella vita possiamo procedere e scoprire quindi…
COME CONTROLLARE LA MENTE
Solamente ora che abbiamo un quadro generale della situazione possiamo provare a controllare la mente. Dico ‘provare’ perché potrebbe non essere una passeggiata, soprattutto se per anni l’hai lasciata andare allo sbaraglio. La disciplina mentale deve essere quotidiana. La mente è un muscolo e come tutti gli altri muscoli, se non viene allenata perde di elasticità, forza e tende a ridursi fino ad atrofizzarsi. Ma niente è perduto finché siamo qui.
Se non sei vigile, se non rimani nel ruolo di osservatore e cadi nella trappola della immedesimazione con il prodotto della tua mente, le permetti di prendere il controllo. La mente inizia allora a girare su se stessa come un disco rotto, proponendoti e riproponendoti sempre e solo la stessa modalità e tipologia di pensiero.
Il programma che hai installato nella tua mente, il paradigma che stai usando, funziona alla perfezione, anche se i risultati che ti sta facendo ottenere non sono quelli desiderati. L’inconscio ti conduce senza possibilità di errore alla sua realizzazione sul piano fisico e l’unico modo che hai per ottenere risultati diversi è riprogrammare il paradigma che stai usando, proprio come abbiamo visto qualche articolo fa. E per farlo ti tornerà utile quello che tra poco leggerai. Il paradigma è l’insieme di abitudini che regolano la tua vita e per cambiare abitudini sai da dove devi iniziare? Dalle azioni!
1 – DISCIPLINARE LE AZIONI
Correggere le proprie azioni è la via più semplice per iniziare a sostituire le vecchie abitudini, anche quelle mentali. Qualsiasi movimento del corpo è innanzitutto movimento della mente. Quando il corpo cambia azioni, la mente cambia pensieri. Fai una prova. La prossima volta che ti senti triste inizia a saltellare sul posto, dopo di ché aggiungi anche il movimento delle braccia alzandole sopra la tua testa e riabbassandole. Ti accorgerai immediatamente di come la tua mente abbia cambiato il prodotto da offrirti. Quando muovi il corpo muovi energia mentale, di conseguenza il processo della mente viene alterato. Vuoi cambiare quello che sei? Cambia le azioni che fai!
Riconosci con consapevolezza le azioni che non portano a nulla ed evita di compierle. Ti sembra difficile? La tua mente ti fa credere che sia così ma tu non sei la mente. Sconfiggila e agisci per come senti, non per come lei ti fa pensare. C’è un pensiero che ti sta rendendo triste? Bevi un bicchiere d’acqua e poi batti le mani tre volte. Ti stai alterando per un evento esterno? Fai un respiro profondo e poi fai dieci flessioni. Prova a vincere la mente mettendola a tacere e dedicando attenzione solo al corpo con azioni puramente casuali che non c’entrano niente con la natura del pensiero sorto. Funziona!
Ricordati: azioni ripetute creano un comportamento.
2 – GESTIRE LE EMOZIONI
Come spiegato nel sesto modulo di Allena Mente Power, è possibile richiamare le emozioni inconsce produttive e far spegnere quelle depotenzianti sfruttando semplici tecniche di programmazione neuro linguistica. Ad ogni modo, una volta eseguito un cambiamento sulle azioni come descritto qualche riga fa nel passo 1, noterai tu stesso di come le emozioni che seguiranno non saranno più in linea con il pensiero originale. Il cambiamento ormai ha avuto inizio.
Nell’istante che compi azioni diverse stai immettendo energia diversa nell’ambiente circostante e l’energia torna sempre alla sorgente portando con sé il cambiamento. Se la tua routine quotidiana fosse diversa è più che normale che anche tu ti sentiresti in maniera diversa, o sbaglio? Osserva le tue emozioni per quello che sono: un prodotto fisiologico dell’attività mentale. Le emozioni, belle o brutte che siano, ci danno conferma che siamo vivi ma non puoi permettergli di gestire la tua vita.
Senza emozione è impossibile
trasformare le tenebre in luce
e l’apatia in movimento.
(Carl Gustav Jung)
3 – DISCIPLINARE IL PENSIERO
Esistono diversi modi per aiutarti a disciplinare il pensiero, come ad esempio la meditazione o il rilassamento guidato, ma prima di tutto comprendi e accetta questa verità: tu non sei il pensiero, sei lo spazio vuoto tra essi. Sei tu che dai un senso ai tuoi pensieri nel momento che scegli deliberatamente di mantenerli in vita. I pensieri vanno condotti, non seguiti. È lo spazio vuoto tra due note a dare loro un senso, a dargli tempo e a creare la musica. Così fai tu con i tuoi pensieri. Puoi scegliere di farti trascinare da quelli che sorgono autonomamente o puoi scegliere di crearne di nuovi. E perché no, puoi anche scegliere che essi non ci siano affatto e restargli indifferente.
Visualizza mentalmente un bidone con del fuoco dentro. Ogni volta che noti un pensiero poco utile, immagina di scriverlo su un pezzo di carta e di buttarlo nel bidone. Gestendo in questo modo la produzione dell’informazione mentale riuscirai a dare un senso al movimento del pensiero.
E i pensieri utili invece? Immagina un albero sul quale essi fioriscano e se daranno frutto sarà merito tuo! E se sei arrivato fino a qui ha già capito quali sono i pensieri utili. Sono quelli che possono essere trasformati in azione nell’immediato, sono quelli che puntano a un risultato specifico. Il resto dei pensieri non serve a niente, sono improduttivi e fanno disperdere solo preziosa energia. Ovviamente la cernita dovrai gestirla tu consapevolmente avendo bene chiaro in mente che direzione vuoi dare alla tua vita.
Vi dirò il mio segreto per liberare la mente dai pensieri negativi. Quando un tale pensiero entra nella mia mente, lo visualizzo come se fosse scritto su un pezzo di carta. Quindi gli do mentalmente fuoco e lo visualizzo mentre brucia fino a diventare cenere. Il pensiero negativo è distrutto, e non entrerà più.
(Bruce Lee)
4 – SUPERARE L’IO
Oltre questo cerchio c’è la tua vera natura. Oltre questo cerchio il foglio torna a essere bianco, un tutt’uno con la fonte e con il fluire della vita. E per tornare ad avere il foglio bianco, per superare l’ultimo cerchio, abbiamo bisogno di accettare la Verità che ci accomuna a tutto e a tutti in questa realtà: ogni cosa è impermanente.
Il tuo corpo muore, il corpo del tuo vicino di casa muore, quello di tua moglie, di tuo padre, del tuo gatto… questa prima parte di Verità ti permette di ricreare quel senso di unione che dovremmo avere con il prossimo. La morte è la prima cosa che accomuna noi esseri umani. Nessuno è meglio o peggio di un altro di fronte a lei. Le disuguaglianze sorgono quando ci si dimentica di questo.
La seconda cosa che ci accomuna tutti è il nostro legame con la fonte. La Vita si è espressa in una moltitudine di forme fisiche per fare esperienza di Sé. La coscienza cosmica si è fatta carne e ora puoi vederla camminare per le strade, giocare nei parchi, cucinare, leggere… si, puoi osservarla anche nello specchio che hai di fronte! Ma tu non hai nemici, amici, vicini di casa. Tu non incontri sconosciuti sull’autobus, non hai colleghi di lavoro o dipendenti. Tu hai fratelli e sorelle, circa 7 miliardi. La vostra origine è la stessa.
Accetta e fai tue queste Verità e ti accorgerai di quanto l’ultimo cerchio sia fragile. Oltre l’idea dell’IO risiede la tua vera identità e per quanto sia inevitabile che la tua individualità si manifesti nel mondo, è altrettanto chiaro che è qualcosa di più grande a permetterti di farlo. Ti è stato fatto il dono della scelta, del libero arbitrio. Puoi scegliere come sfruttare questa occasione, se cercare di riunirti alla fonte quindi esprimere chi sei attraverso di lei, oppure puoi tentare (inutilmente) di rimanervi separato e creare sofferenza.
Nella mente ha origine la sofferenza, quando sottostiamo alla sua struttura concentrica, ma nella mente ha anche origine la cessazione della sofferenza, quando ci permettiamo di uscire dal suo schema.
Sei qui per permettere al Divino scopo dell’universo di manifestarsi.
Ecco quanto sei importante!
(Eckhart Tolle)
NON ESISTE FORMAZIONE SENZA TRAS-FORMAZIONE
Sembra strano, anzi, se ci penso bene non lo è affatto. Che cosa? Il primo cerchio della mente, l’idea dell’IO, potrebbe benissimo essere il limite della nostra zona di comfort.
Quest’analogia rende chiare molte altre cose. Tutto ciò che già conosciamo è la musica del disco rotto che ci suona in testa di continuo. Per ascoltare altra musica dobbiamo incidere nuove tracce e per incidere nuove tracce abbiamo bisogno di scoprire quello che ancora ci sfugge e che si trova al di fuori del cerchio. La tua crescita personale inizia al di là del cerchio dove risultati diversi da quelli attuali ti stanno aspettando. Il passo devi farlo tu.
Se non scegli deliberatamente di formarti, quindi TRAS-formarti, la mente non potrà far altro che condurti verso sentieri che già conosci. La mente tende alla propria sopravvivenza e non ti condurrebbe mai in luoghi pericolosi. Ma tu lo sai. Sai che non sei la mente, sai che oltre la paura, oltre l’ultimo cerchio, c’è tutto quello che ancora non hai raggiunto. Non darle retta quando senti che ti sta frenando. Se non ci spingessimo mai oltre quello che conosciamo non potremmo mai raggiungere risultati diversi da quelli che di solito otteniamo.
Può darsi che ogni tanto ti senti spinto ad agire per migliorare. Magari senti di voler leggere un particolare libro che pensi possa aiutarti, senti l’impulso di partecipare ad un programma di sviluppo personale, senti la voglia di alzarti da quella sedia per andare a correre… ma poi che succede? Niente. L’impulso è stato smorzato, accantonato, e tutto rimane come prima. Hai permesso alla tua mente e al suo vecchio paradigma di insinuarsi nella tua vita in modo tale da perpetrarla tale e quale a come era, in modo tale da rimanere confinato nella tua zona di comfort dove la crescita personale non è prevista ma è prevista solo sopravvivenza. Ma sopravvivere non vuol dire vivere, non vuol dire crescere.
Però una cosa l’abbiamo capita: se continui a fare sempre le stesse cose continuerai ad avere sempre gli stessi risultati. Per ottenere risultati differenti cambia le cose che fai o migliora il modo in cui le fai.
La mente comincia a proporti dubbi, tu li ascolti, permetti loro di controllarti e la frittata è fatta. O meglio, tu sei fatto! Ti sei fatto soggiogare dal disco rotto che ti gira in testa. L’istinto evolve, la ragione preserva. L’istinto permette la scoperta di ciò che esiste al di fuori della nostra zona di comfort, al di fuori dell’idea dell’Io, la ragione mira alla sopravvivenza e alla sicurezza. L’istinto fluisce con la fonte, la ragione si aggrappa dove può perché ha paura di lasciarsi andare al cambiamento.
La prossima volta che senti un’impulso provenire da oltre il pensiero, da oltre quel maledetto cerchio, prova ad ascoltarlo e ti stupirai del mondo nuovo in cui ti condurrà. Se nessuno si fosse mai spinto oltre il conosciuto a quest’ora stavamo usando ancora la ruota quadrata.
Le idee migliori, le illuminazioni, provengono da un luogo che si trova oltre la mente, non vengono pensate. Queste forme di energia vengono captate dal tuo essere, non formulate. Le idee sono nell’aria, le opportunità sono nell’aria, il tuo progresso è nell’aria, di fronte a te, fuori dal cerchio, devi solo afferrarlo e seguire le coordinate che ti offre. L’illuminazione non la raggiungi quando pensi, ma quando semplicemente ti permetti di essere.
Allora, cosa aspetti? Qualcosa al di fuori dell’ultimo cerchio continua a chiamarti, lo ascolterai? La vera felicità non vive nella zona di comfort, non vive nella struttura della mente, vive nell’essere, nell’esplorare, nello scoprire, nel cadere e nel rialzarsi, nel fluire. La vera felicità puoi trovarla nel foglio bianco dove tutto può essere ancora scritto…
Fonte: https://blog.esserefelici.org/2019/11/13/come-controllare-la-mente/
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