Cosa è l’illuminazione e come si raggiunge

L’illuminazione è per tutti coloro che pagano la bolletta dell’energia elettrica o che hanno un impianto fotovoltaico… scherzo. Ovviamente parliamo di un altro tipo di illuminazione, altrettanto utile e utilizzabile senza spenderci un euro. Ma cos’è l’illuminazione? L’illuminazione è capire chi sei. Punto. Pare semplice… e in fondo lo è!

Non esistono privilegiati o persone più o meno dotate degli altri nell’afferrare questo stato interiore. L’illuminazione è diventare consapevoli di chi si è. E l’unico tempo per comprendere chi sei è il presente, il qui&ora. Niente passato, niente futuro. Tutto ciò che hai, tutto ciò che hai sempre avuto, è il presente. Rifletti: da quando sei nato, quanti altri tempi sei riuscito a vivere se non il presente?

Le dimensioni spazio-tempo sono prodotti delle nostra mente e servono per collocarci in un aleatorio quadro dove poter nascere, vivere/muoverci e morire. Ma l’unica realtà che trova conferma è quella che puoi vivere ora, in questo istante.

Le cose cambiano, il tempo presente rimane sempre il tempo presente. Ecco un punto di vista che forse potrebbe aiutarci a comprendere meglio: noi contiamo i minuti e li suddividiamo in sessanta secondi. Ma questo è solo il nostro modo di contare il tempo, nessun altro animale lo conta così per quanto ne sappiamo, nessun altro essere vivente conosciuto, tanto meno immagino lo possa contare nello stesso modo un individuo proveniente da un altro pianeta.

Le mosche e altri insetti percepiscono il tempo in maniera molto più veloce della nostra, tant’è che noi per loro siamo lentissimi e facciamo fatica ad acchiapparli. Come vedi la percezione del tempo muta da soggetto a soggetto. E chi ha detto che il modo giusto sia il nostro? E se i secondi (se così possiamo chiamarli) dell’universo fossero scanditi in un altro modo? E se un secondo per l’universo è pari a 1000 anni del pianeta terra? Immagina il pulsare dell’universo. Ogni suo battito, ogni secondo, racchiude la nascita e la morte di miliardi e miliardi di persone. Per noi sono passate epoche, per lui un solo secondo. Un solo attimo… un eterno presente!

Riuscire a spostarci dal nostro centro temporale e immaginarci immersi in un altro più lento ci è utile per comprendere chi siamo. Ci è utile per tornare a vivere il presente, proprio come quando facciamo qualcosa che ci piace, o quando meditiamo (scopri la tecnica per meditare in un attimo). La sensazione del tempo si annulla e ci ritroviamo a vivere e sentire pienamente il nostro presente, la nostra vita.

Meditazione è la scoperta che la meta dell’esistenza è sempre raggiunta nell’istante presente (Alan Watts)

E dato che avevamo cominciato a parlare di illuminazione e siamo finiti a parlare di meditazione ricomincerei da capo…

CHIUDI GLI OCCHI… ED ECCO LA TUA GLORIA INFINITA!

Non hai bisogno di chiedere a nessuno. Tu hai già tutto quello che ti serve per comprendere chi sei, e se mai dovessi incontrare un buddha per strada che vuole spiegarti la tua natura, uccidilo!

Se cerchi all’esterno, se cerchi risposte nei libri, nei testi sacri, stai chiedendo indicazioni. Ma per capire chi sei non esistono mappe perché non sei una destinazione sconosciuta. Sei sempre stato dove ti trovi ora, semplicemente hai dato più attenzione a quello che accadeva fuori piuttosto che a quello che avveniva dentro te. Ti sei fidato di più di quello che ti veniva detto piuttosto che di quello che sentivi.

Dalle mie parti quando sbatti la testa da qualche parte per disattenzione o ti fai male, si dice che sei stato vittima di uno sveglia marmotte… dalle parti di mia moglie si dice invece sveglia mammocci. Ad ogni modo, quando capita, vuol dire solo una cosa: stai pensando alle vacche che tieni in puglia! Tradotto: sei distratto e con la mente stai vagando altrove e non sei più presente nel tuo presente.

Quindi, cos’è l’illuminazione se non un modo d’essere, di sentire, di vivere, di essere presenti a se stessi, di essere vigili, di essere recettivi? Quando cerchi e ascolti dentro sei illuminato, quando cerchi e ascolti fuori, vaghi nell’ombra. La realtà esterna può assumere infiniti significati, valenze, e può essere percepita in infiniti modi. Non esiste una realtà (esterna) assoluta, ne esistono infinite sfumature. La realtà interna invece è una sola. Lei stessa è Verità. Tu sei verità. Tu sei l’illuminazione.

… e i pensieri che ti fanno diverso, il silenzio è per tutti lo stesso universo – Nesli

Comprendi che è solo una questione di direzione. All’inizio di quest’estate avevo inoltrato una mail agli iscritti alla newsletter, dove annunciavo la mia conversione… ma non una conversione come viene intesa abitualmente. E piuttosto che ripetermi o copiare me stesso, ti riporto qui il testo di quell’email:

Esiste una parola che viene usata nel nostro vocabolario, che viene usata in modo errato.
Il termine in questione è “conversione”. Solitamente quando parliamo di “conversione” ci riferiamo a qualcuno che ha preso la decisione di cambiare credo, di professare un’altra religione.

Ecco, in termini ZEN la conversione è tutt’altro. È fare inversione di marcia!

Dedico gran parte dell’anno a leggere e a studiare. Dedico la maggior parte del mio tempo a guardare fuori, a cercare, ad apprendere… ho bisogno di capire, di comprendere. Di comprendere me stesso. Ma come fa un libro, scritto magari da qualcuno che è già morto, parlarmi di me che sono ancora vivo?

La verità è che nessuno conosce se stesso meglio di se stesso. È impensabile chiedere a chi non è in noi di parlarci di noi? 

Non voglio dire che non sia importante apprendere dall’esterno. Sto semplicemente dicendo che alla lunga c’è bisogno di convertirsi, ossia c’è bisogno di spostare l’attenzione su di noi, di ascoltarci.

Come ci ha cambiato tutto ciò che abbiamo appreso? Chi siamo diventati? Quali consapevolezze abbiamo maturato? Ma sopratutto, come le abbiamo metabolizzate? Ci hanno migliorato? Stiamo meglio?

E anche se quotidianamente dedichiamo del tempo solo a noi stessi, magari meditando, magari passeggiano o distraendoci con il nostro hobby preferito, non credo che questo possa bastare per un reale e sincero confronto.

Diverso tempo fa sul blog era uscito questo articolo (Lao Tzu e Vacanza) dove parlavamo proprio dell’importanza di concedersi una vacanza da tutte le nostre quotidianità. Una vacanza dalle nostre abitudini.

Il termine “Vacanza” deriva dal latino “VACANTIA”, essere vuoto, essere libero.

E indovina un po’ cosa ripeteva Lao Tzu: l’utilità risiede nel vuoto!

Una tazza piena non puoi riempirla, del tempo pieno di impegni non puoi occuparlo con altro, una mente piena di preconcetti, indottrinamenti e convinzioni non può ritenersi libera. Annullare tutto e osservare ciò che abbiamo sempre osservato con occhio nuovo, neutro, ci permette una nuova visuale della realtà. Di conseguenza riusciamo a scorgere tutto quello che fin’ora ci era sfuggito.

Conversione significa fare una svolta verso la sorgente, una svolta verso dentro. Questo significa convertirsi. La coscienza scorre in due modi: o verso l’esterno o verso l’interno. Ma continuando a guardare fuori non ritroverai mai te stesso.

La meta è alla sorgente. La meta non è davanti a te, è dentro te. La meta non è qualcosa da raggiungere, ma qualcosa da riscoprire. La sorgente di tutto è la meta. E la sorgente non è fuori, ma dentro. Tu sei la meta.

Illuminazione significa tornare alla sorgente. Come fai quindi ad arrivare dentro te chiedendo ad altri? Il tuo essere è vita e nessuna scrittura può essere viva. Le dottrine sono cose morte, statiche, immobili. Tu sei vivo, cambi, cresci e maturi. Sei l’universo in evoluzione. Se continui solo e solamente a studiare ti appesantisci e non raggiungerai la meta.

Nessuno ha le risposte che cerchi. Solo tu le hai. Un vero Maestro è colui che può aiutarti a raggiungere te stesso, che può aiutarti a guardare dentro. Questo è tutto. La chiave è lì, il tesoro è lì, ogni cosa è lì.


LA VITA È UN VIAGGIO VERSO LA LUCE

Ormai è chiaro: l’illuminazione è per tutti, non solo per coloro che pagano le bollette, giusto? È solo questione di cambiare prospettiva, dentro invece che fuori. E hai presente quando qualcuno ha una brillante idea, trova un’inaspettata soluzione, come lo si ritrae? Con una lampadina in testa, vero? E non è un caso.

Questa è pura illuminazione! Ha smesso di cercare fuori e ha guardato dentro. La soluzione è sempre interna. E le illuminazioni, le idee geniali, non sono mai pensate. Arrivano come fulmini a ciel sereno nel momento che sei presente a te stesso, che sei vigile, quindi ricettivo. E questo sta a indicare solo una cosa: la mente interpreta e interpretando ci è d’ostacolo per raggiungere la meta, ossia, noi stessi.

Possiamo affermare quindi che la mente funziona come una ricetrasmittente. Solo sospendendo il giudizio permetti la ricezione…

Quello che osservi, quello che ascolti, le esperienze che fai… tutto passa attraverso la mente che giudica, cataloga, etichetta, filtra. Ma sei tu che hai fatto esperienza o l’esperienza non è andata oltre la tua mente?

Ogni volta che ascoltiamo/vediamo attraverso la mente non ascoltiamo/vediamo niente. Il prodotto che ci offre è qualcosa di vecchio, di alterato. La realtà è stata inquinata. Come facciamo a superare questo ostacolo?

Dobbiamo tornare ad ascoltare/vedere senza l’ausilio della mente, senza giudicare, etichettare o fare altro che normalmente facciamo. Dobbiamo ricominciare da zero.

Conosci il gioco dei 9 puntini da unire? Ci sono nove punti neri da unire tracciando al massimo 4 linee e queste 4 linee devono essere fatte senza mai sollevare la penna dal foglio. La maggior parte delle persone non riesce a farlo, e sai perché? Perché si affida a vecchi schemi di ragionamento e tenta di unire i 9 punti senza mai uscire dai limiti della figura.

In realtà la soluzione è più semplice di quello che si pensa. Basta uscire fuori dal recinto mentre si tracciano le linee per riuscire a unire tutti e 9 i puntini. Ecco, questo è quello che fa la mente se glielo permetti: erige dei confini immaginari oltre i quali non riesci più a vedere.
Al momento che iniziamo ad ascoltare senza la mente ci accorgiamo immediatamente di una cosa: che l’unico ostacolo alla nostra illuminazione è sempre stata lei. Qualsiasi cosa possa creare la mente è già vecchia dato che non ha fatto altro che basarsi su ciò che già sapeva. Se pensi al problema non lo risolvi. Se lo ignori e immagini la tua vita senza il problema lo risolverai, perché? Perché ti illuminerai! Perché sarai ricettivo e la soluzione giungerà a te inaspettatamente per farti raggiungere esattamente ciò che hai immaginato. Ricordi? Per superare i momenti no la strategia più efficace è lasciare andare la mente, magari facendosi un giro in bicicletta.

L’ILLUMINAZIONE NON SI PENSA. ACCADE

E ora vorrei condividere con te due momenti vissuti recentemente in cui la vita mi ha richiamato al presente.

L’altro giorno incrociai un conoscente di vecchia data e la mia mente cosa iniziò a propormi, mannaggia a lei? Mi ripresentò degli sgradevoli momenti passati in compagnia di questa persona, degli affari che avevamo in comune e nei quali mi sono sentito preso in giro. Mi ripropose delle bruttissime sensazioni di disagio. Non ce l’ho con questa persona, sia chiaro. Semplicemente siamo incompatibili, abbiamo due modi di pensare, fare e sentire differenti. Ma chissà perché, così a freddo, la mia mente preferì crearmi del disagio piuttosto che comprendere. E cosa avvenne mentre cercavo di districarmi dalla negatività? Una vespa mi punse. Fui costretto a tornare dolorosamente nel mio presente. Dov’erano finiti tutti i pensieri sgradevoli in quell’istante? Svaniti…

Non c’è bisogno di farsi pungere da una vespa per tornare nel presente, è ovvio. Ma ti assicuro che se mai dovessi ritrovarmi a generare dei pensieri poco utili ora avrei un gancio in più al quale appendermi per dissolverli e tornare vigile a me stesso.

Ed ecco l’altro evento che ha poi inspirato la stesura di questo articolo.

Eravamo ai giardinetti, io e Agata, la mia bimba. Eravamo a L’Aquila, dietro di noi palazzi in riedificazione, davanti a noi, stagliata sullo sfondo, la città con le sue gru. Ricostruzione…

Eravamo soli. Lei giocava e io mi guardavo intorno. Questa volta guardavo con la mente. Mille pensieri, domande, risposte, dubbi, sicurezze, incubi e desideri… Ero seduto su uno di quei giochi con il mollone sotto, hai presente? Il sole era rovente. Agata giocava e io ero fuori dal mio presente… qualcosa mi salì sulla gamba.

Una lucertola scelse il mio ginocchio per prendere il sole. Mi guardò. La guardai. Stavolta azzittendo la mente. La lucertola si stava preoccupando esclusivamente del suo presente, del suo prendere il sole. Seguii il suo esempio. Cosa ho provato? Posso dirlo? Illuminato… ri-elevato nel mio presente…

Ma come facciamo a mantenere questo stato di illuminazione nel tempo? Come facciamo a rimanere costantemente presenti nel nostro presente? È possibile? Certo! Come abbiamo detto prima, l’illuminazione è un modo di vivere, di percepire la vita. E con il giusto allenamento è possibile raggiungere qualsiasi stato. Ognuno di noi ha avuto i suoi momenti d’illuminazione e se guardi bene nella tua vita sono stati anche più di uno. Quella volta che la soluzione ad un problema ti è capitata tra le mani senza averla cercata troppo, quella volta che eri con il tuo partner e ti sei lasciato andare al piacere, quella volta che contemplavi l’alba sul mare… sono tutti momenti nei quali eri presente al tuo presente, eri ricettivo e la mente aveva cessato il suo dialogo. Eri ricettivo alla bellezza e al nuovo.

RIPRISTINO D’ILLUMINAZIONE INTERROTTA

Hai presente Peter Pan? Per volare ha bisogno di richiamare a sé un pensiero felice, un pensiero che lo faccia stare bene, un pensiero che non lo appesantisca ma che lo renda leggero. A noi serve più o meno la stessa cosa. Ci serve un punto di ripristino che ci riporti al momento presente, nel qui&ora, e che ci ricordi che il presente è la nostra meta dove possiamo trovare tutto ciò che ci serve. E per quanto la meditazione è certamente un ottimo strumento per ottenere ciò, voglio proporti un’altra strategia:

PRIMO STEP: recati dove puoi osservare una pianta o un animale, domestico o non, non ha importanza. La natura è bravissima a essere presente nel suo presente.

SECONDO STEP: prova a entrare in empatia con la pianta/animale. Cosa sta vivendo? Qual è il suo tempo? Come lo scandisce? Ma soprattutto, si preoccupa di scandirlo?

TERZO STEP: rilascia la mente ma mantieni viva in te la sensazione che l’esempio preso in considerazione ti ha fornito. Creati un gancio per il qui&ora.

La tua mente non ha mai fatto esperienza di quello che è accaduto, sei stato tu a farla. Tu sei stato l’esperienza nell’esperienza, ti sei trasformato in essa,  e il viaggio che devi ri-percorrere è verso te, verso ciò che sei e non verso ciò che è fuori. Puoi scegliere di pulsare, di scandire il tempo insieme all’universo, insieme al tuo gatto, o puoi scegliere di scandirlo come lo scandisce la società, o i media o il lavoro. In quale tempo vuoi inserirti?

Questo sentire è una percezione interna e non c’entra niente con il fare o non fare un lavoro, andare o non andare da qualche parte. Qualsiasi cosa la si può fare rimanendo illuminati, quindi ricettivi e presenti, oppure la si può fare agitandosi, innervosendosi… spegnendosi.

Fonte: https://blog.esserefelici.org/2016/08/29/lilluminazione-non-e-per-tutti-falso/