“Sono vivo!”
Dovremmo portare sempre con noi questa consapevolezza, come una musica di sottofondo ad ogni momento della nostra vita.
Le darebbe un significato e un valore piú profondo; purtroppo peró ce ne dimentichiamo spesso e iniziamo a dare per scontato la nostra presenza su questa terra.
Accade perché la consapevolezza di essere vivi è profondamente legata alla consapevolezza della morte e ne siamo completamente terrorizzati!
Allontanarsi da questa consapevolezza di base porta a rintanarsi in quella che viene chiamata “comfort zone”.
CHE COS’E’ LA COMFORT ZONE?
La comfort zone è una serie di comportamenti, pensieri ed emozioni ricorrenti o statici, su cui investiamo piú o meno consapevolmente la nostra energia. In questo modo limitiamo la nostra esperienza di vita e ci iper-proteggiamo nel conosciuto. È come se vendessimo la nostra vitalitá in cambio di un senso di sicurezza governato dalla paura.
La comfort zone puó avere diverse dimensioni ed essere piú o meno rigida, ma in ogni caso ci danneggia, perché iniziamo a chiuderci in noi stessi e a restringere il nostro spazio di vita. Diventiamo come dei fiori che hanno paura di fiorire e decidono di non crescere.
PROBLEMI ED ESPERIENZE NEGATIVE
Di solito prendiamo rifugio nella comfort zone dopo aver avuto delle esperienze negative che ci causano del dolore, dal quale ci vogliamo proteggere. Il problema è che se viviamo troppo a lungo in questa porzione ristretta di vita, essa inizia a creare una nuova sofferenza.
Infatti piú la nostra comfort zone è claustrofobica e stretta, piú è facile per noi sviluppare diversi tipi di problemi: relazionali, sessuali, psicosomatici ecc. L’area della nostra vita in cui abbiamo sofferto di piú, diventa il nostro punto piú sensibile, ovvero la porta attraverso cui si manifestano i nostri problemi.
QUANDO I BISOGNI DIVENTANO PAURE
Ognuno dei nostri problemi nasconde una o piú paure. Da un lato, qualcosa di naturale in noi lavora per espandere la nostra esperienza di vita attraverso i nostri BISOGNI: di esprimerci, di amare, di sentire, di cambiare, di lasciarci andare, di connettere e via dicendo. Dall’altro lato, i nostri condizionamenti creati dalle esperienze negative, lavorano per mantenerci sempre al sicuro coprendo i nostri bisogni naturali con le paure. Questi bisogni infatti sono visti come una fonte di un possibile pericolo perché ci guidano sempre verso lo sconosciuto.
Le paure non sono altro che le interpretazioni negative dei bisogni naturali. Essi diventano quindi la PAURA di esprimerci, di amare, di sentire, di cambiare, di lasciarci andare, di connettere e via dicendo. Sotto al manto delle paure, i bisogni naturali continuano comunque a pulsare e ad essere vivi.
Tutte queste paure sono diverse espressioni di una paura piú profonda e basilare: la paura di vivere. Che è il risultato della nostra disconnessione dalla consapevolezza di base di essere vivi e della morte.
PERCHE’ SIAMO TERRIFICATI DALLA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE VIVI E DALLA CONSAPEVOLEZZA DELLA MORTE?
Ne siamo terrificati perché ci obbliga a prenderci la responsabilitá di come stiamo vivendo la nostra vita. All’improvviso diventiamo consapevoli che abbiamo solamente una vita e che puó finire in ogni momento.
Questa consapevolezza ci porta fuori dal nostro torpore quotidiano e ci porta in contatto con il cuore della nostra esperienza di vita come esseri umani. È un processo di profondo rispecchiamento e non possiamo piú mentirci:
> Sto vivendo veramente la mia vita?
> Sono soddisfatto della mia vita?
> Vivo la mia vita intensamente?
Rispondere a queste domande puó portare a galla alcune veritá sconvenienti che sono difficili da gestire. Ma se le accettiamo, possono essere usate come una energia che ci spinge fuori dalla nostra comfort zone e a vivere la nostra vita con totalitá.
3 AZIONI PRINCIPALI PER USCIRE DALLA COMFORT ZONE
La sofferenza psicologica che risulta dai nostri problemi e paure, funziona come una sveglia, che ci porta fuori dal nostro confortevole torpore quotidiano e ci spinge a riconnetterci di nuovo con la vita.
Per quanto mi riguarda sono tre le principali azioni che ci aiutano a guarire dalla nostra sofferenza, ad uscire dalla comfort zone e ad aprirci di nuovo alla vita: Essere vulnerabili, Radicarsi nel corpo (Grounding) e Prendere dei rischi. Ve li descrivo usando esempi derivanti dalla mia pratica professionale di psicologo e di vita personale.
1. Essere vulnerabili
Una volta un cliente mi ha chiesto come poter cancellare completamente tutte le sue insicurezze e sentirsi cosí completamente sicuro, come alcune persone che invidiava nella vita. Gli ho detto che, per quanto mi riguarda, non ci sono persone completamente sicure di sé nel mondo, ma che ci sono solo persone che mostrano le proprie insicurezze e persone che non lo fanno.
Chi è completamente libero dalle insicurezze o è una persona finta o morta. La mente del mio cliente era intrappolata nella paura di vivere. Mostrare le nostre insicurezze ed essere vulnerabili è la piú bella espressione di noi stessi, perché andiamo al di lá delle nostre maschere e mostriamo una parte di noi piú autentica. L´autostima viene da sola, non deve essere costruita, è un fenomeno naturale che si esprime nel momento in cui esponiamo in evidenza la nostra vulnerabilitá.
“Solo chi è insicuro si sforza di essere sicuro”
Wayne Dyer
2. Radicarsi nel corpo (Grounding)
Un giorno una cliente mi ha confidato che aveva iniziato ad arrossire sempre di piú con gli uomini, se ne vergognava e iniziava a viverlo come un vero e proprio problema. Al ché l’ho guardata e le ho detto: “Il problema non è che arrossisci, é che te ne vergogni!”. Per me, la timidezza e l’arrossire sono segnali di una innocenza e naturalezza ritrovata, proprio perche’ aveva iniziato a radicarsi di piu’ nel corpo (grounding) e a sentirsi di nuovo aperta verso gli uomini. Mentre la vergogna e’ invece il risultato della paura ad aprirsi con gli altri e a rimanere nella comfort zone.
“La vergogna é una emozione mangia-anima”
C.G. Jung
3. Prendere rischi
Il primo vero e proprio atto d’amore che ho fatto per me stesso nella vita, é stato di licenziarmi tempo fa da un lavoro che odiavo, e che mi faceva sentire profondamente infelice. Ero spaventato dall’insicurezza finanziaria e da un futuro nuovo e sconosciuto; ma adesso posso dire che é stata la miglior scelta della mia vita!
A quel tempo non sapevo che la forza che mi spingeva ad uscire dalla mia comfort zone era dettata dal mio bisogno profondo di un cambiamento radicale. Non stavo vivendo la mia vita, avevo dovuto prendermene la responsabilitá e fare qualcosa per me stesso: dalla paura di vivere alla gioia di vivere!
“Un uomo ha bisogno di un po’ di follia… se no… non oserá mai tagliare la corda ed essere libero!”
Zorba il Greco
TORNARE ALLA GIOIA
Accettare la propria vulnerabilitá, ritornare alla innocenza e saggezza del corpo e prendere rischi, sono tutte azioni che ci portano ad avere un contatto piú autentico con noi stessi.
Piú siamo radicati nel corpo e aperti, piú la mente si rilassa e si libera dalle paure e la vita appare meno problematica, ma bensí gioiosa e leggera. Le difficoltá e le insicurezze continuano ad accaderci, ma non prendono tutta la nostra attenzione. Iniziamo ad accettarle come la controparte naturale della gioia e anzi ci rendiamo conto che sono necessarie per provare gioia.
Uscire dalla comfort zone implica un salto nel buio ma è sempre ripagato perché la vita in sé stessa è insicura e imprevedibile. Piú torniamo a radicarci nella consapevolezza fondamentale “Sono vivo!” e accettiamo la morte, piú siamo connessi con la sorgente della vita.
“La vita inizia alla fine della tua comfort zone”
Neale Donald Walsch
Fonte: https://www.dionidream.com/vita-fuori-dalla-comfort-zone/