Quando si dice che il mondo e’ sacro, che il corpo, la Terra, il cielo, l’amore, gli esseri umani e gli animali lo sono, si afferma una sacrosanta verita’, in quanto sono cose che vivono immerse nel “Tutto”: insomma ciascuno e’ un frattale, una parte uguale ma distinta di un grande insieme, proprio come vuole il gergo matematico.
Lo sciamanesimo parte proprio da qui, e la sua origine si perde nella notte dei tempi.
Noi tutti, in sostanza, siamo incastrati in un Gioco Cosmico che ci fa illudere di essere separati, cosa che a un livello non piu’ denso come questo (dunque in una dimensione piu’ sottile) diventa facilmente comprensibile.
Noi siamo energia, siamo parte di questo “Tutto”, e questo “Tutto” e’ semplicemente Dio, alias coscienza cosmica e infinita.
Secondo lo sciamanesimo e le tante correnti mistiche che sbirciano nelle altre dimensioni, noi siamo Dei proprio per questo: siamo cioe’ coscienza infinita che fa esperienza nella materia (energia densificata) e dunque, dato che siamo parti di questo Tutto, siamo Dio che fa esperienza di se’ stesso.
Per questo le cerimonie sono “sacre” e vengono “celebrate”: la sacralita’ di queste ultime sta nel rompere l’illusione della materia mostrando ai partecipanti le altre dimensioni dove l’unita’ e’ la regola.
In sostanza, la cerimonia diventa un canale collettivo con il divino per riconoscere l’esistenza vera, reale e autentica alla quale apparteniamo.
Queste cerimonie servono anche a far capire agli stessi partecipanti il senso della loro identita’, nonche’ chiarire alcuni aspetti personalissimi della loro missione qui sulla Terra.
La mente, si sa, e’ immersa nella realta’, e tende sempre – e giustamente – a fare da filtro: giudica quello che vede, che sente, perfino i contenuti di queste cerimonie vengono filtrati e qualche volta sminuiti o non compresi pienamente.
E’ normale: la mente e’ di questo mondo.
A tal proposito, la cultura sciamanica dei nativi americani, per esempio, afferma che bisogna “stare con quello che c’ e’”, dunque, anche se abbiamo forme diverse, percorsi di crescita e di consapevolezza diversi, dobbiamo mantenere, a livello di percezione, un senso di unita’, unita’ da cui tutti discendiamo in quanto unica energia.
Lo sciamanesimo – evolutosi oggi in mille forme – e’ tutto qui: esso e’ l’arte cerimoniale di creare dei canali per ricordarsi, anzi specchiarsi nella realta’ “divina”.
Per gli sciamani e i popoli di natura “Arte” e’ qualunque cosa che scaturisce dalla sorgente, qualunque cosa nasca dall’energia divina che e’ fuori e dentro di noi.
Naturalmente, oggi le cose sono molto diverse: la cosiddetta arte contemporanea, per esempio, e’ frutto di una visione prettamente materialistica, scientista, insomma tende a fermarsi alla mente che e’ solo lanticamera della vera realta’.
Piante e sostanze naturali (non certo le sostanze chimiche allucinogene) possono aprire determinati canali e permettere il fluire di immagini e dialoghi da dimensioni piu’ sottili (e non per questo meno reali): in questo modo lo sciamano di turno ripristina il disegno armonico che deve sottostare alla nostra realta’ quotidiana.
Antica di almeno 40.000 anni, la via sciamanica e’ la via maestra di tutte le ricerche, la via diretta per eccellenza verso le dimensioni ultrasensibili che si integrano con la nostra quotidianita’.
Lo sciamano, dunque, e’ il “tecnico del sacro”, che accede ai mondi di luce o energia diversi dal nostro, captandone messaggi e portando con se’ nuova energia di guarigione e/o scoperta. Al ritorno dal suo viaggio, egli mette in atto cio’ che ha visto e udito, rinsaldando l’unione col gruppo circa i fondamenti della vita e la natura multidimensionale della realta’.
Oggi l’uomo ha una profonda necessita’ di superare il materialismo e le sue prigioni fisiche e mentali: la sua frustrazione, infatti, deriva principalmente da questo, e la religione molte volte non e’ la strada, specie quando diventa la parodia della spiritualita’.
L’uomo moderno, dunque, deve lasciarsi andare e iniziare a sbirciare l’immaterialita’, dato che non tutto cio’ che esiste si puo’ vedere: pensiamo solo alle onde radio o ai fenomeni elettromagnetici, per esempio.
L’uomo moderno oggi puo’ anzi deve sforzarsi di uscire dal Gioco Cosmico proprio grazie ai dubbi che questo tipo di realta’ – cosi’ superficiale e insoddisfacente – porta con se’.
L’apertura spirituale del mondo e’ ancora possibile, e’ alla portata di tutti: una sterile religiosit’, in sostanza, non basta piu’, non potra’ mai soddisfare, bisogna toccare “con mano” cio’ in cui si crede, senza delegare la propria presa di consapevolezza a nessuno.
La spiritualita’ e’ il nostro rapporto col divino, ma anche con noi stessi perche’ noi siamo divini.
Vivere una vita piu’ spirituale e’ l’unico modo che ha l’uomo per eliminare per sempre ogni genere di catena, fisica ma soprattutto mentale.
Fonte: https://gabrielesannino.it/2016/11/14/limportanza-dello-sciamassimo-oggi-come-ieri/