Le forme di vita si perfezionano acquisendo delle capacità e delle strutture sempre più complesse. Generalmente si crede che solo gli esseri umani si reincarnino, invece il fenomeno riguarda tutte le forme di vita e tutti gli organismi viventi.
Anche le piante e gli animali si reincarnano, però nel loro caso, l’anima che muore ritorna ad una grande “anima di gruppo” vegetale oppure al gruppo animale. Per capire, possiamo pensare che l’anima della rosa ritorna all’anima di gruppo delle Rosacee, mentre l’anima del gatto ritorna all’anima di gruppo dei felini. Nella vita successiva potranno vivere una nuova vita come rose o come gatti.
Per l’uomo la cosa è diversa, perché l’uomo ha un’anima che si è individualizzata, perciò egli è una coscienza separata e individuale. Secondo le concezioni dei teosofi e degli antroposofi, l’anima, una volta che si è individualizzata, si reincarna sempre come essere umano. L’anima individualizzata ha acquisito i suoi veicoli o strumenti di conoscenza, e li rinnova in ogni vita.
L’anima usa un corpo di materia mentale superiore che è chiamato “corpo causale”. Esso ha una forma ovoidale ed è costituito da materia ardente e luminosa. La sua forma è umanoide, ma non appare connotata da connotazioni sessuali, è cioè asessuata e simile alla natura degli angeli.
Il “corpo causale” è così chiamato perché è il principale impulso del pensiero, del sentimento e dell’azione dell’anima in ogni contesto in cui essa si manifesta. All’interno del corpo causale vive l’anima eterna e imperitura che non conosce nascita, infanzia e vecchiaia, e che perciò è immune dalla morte.
Lo scopo dell’anima immortale col trascorrere dei millenni è quello di crescere in capacità di amare, pensare e agire. Essa vive una vita eterna e per accrescere la sua maturazione, usa le esperienze delle vite che vive di volta in volta. L’aspirazione massima dell’anima è partecipare alla manifestazione dell’Amore Divino.
All’inizio, l’anima vive delle vite nei piani più bassi del suo livello di manifestazione. Per incarnarsi, l’anima raduna intorno a sé la materia del piano mentale inferiore e plasma con essa il corpo mentale, con cui pensa e trasforma il mondo esterno in idee e concetti mentali. Poi raduna un po’ di materia astrale per costituire il corpo astrale, con cui sente e trasforma il mondo dei fenomeni in emozioni e sentimenti. Infine, le viene dato un corpo fisico che l’anima usa per agire e percepire il mondo fisico per mezzo dei sensi. Quando l’anima ha “indossato” tutti questi corpi, è incarnata.
Il corpo fisico percepisce le vibrazioni esterne che provocano una reazione nervosa che si riflette poi sul cervello. Quindi, il corpo astrale registra quella stimolazione per l’effetto piacevole o spiacevole che gli comunica, mentre il corpo mentale trascrive la classificazione fatta dal corpo astrale e la trasforma in pensiero. Il pensiero è portato a conoscenza dell’anima che vive nel corpo causale. L’anima può mandare la sua reazione al fenomeno del mondo fisico, tramite il corpo mentale che comunica con l’astrale, e l’astrale che comunica con il cervello fisico. Ogni istante e ogni volta che la coscienza entra in azione, attiva una comunicazione tra il corpo causale ed i suoi veicoli inferiori.
Dopo aver raccolto idee e informazioni, l’anima le analizza, le classifica, e dalle idee della vita distilla i propri ideali di vita, pensiero e azione. In questo modo, i concetti dei fenomeni sono trasformati in ideali che l’anima ingloba in sé, e che diventano parte di essa. Quando poi giunge la morte, l’anima depone il veicolo fisico che non risponde più agli stimoli sensoriali, ma conserva ancora il corpo astrale e il corpo mentale. Quando si disintegra anche il corpo astrale, l’anima viene distolta dai fenomeni del mondo astrale, concentrandosi sul corpo mentale inferiore. Dal momento in cui è abbandonato anche il corpo mentale, l’anima si ritrova nel corpo causale, ormai libera dei suoi veicoli inferiori.
Tuttavia, riflettendo, vediamo che per l’anima in realtà non è cambiato nulla, perché essa è sempre restata nel corpo causale. Erano i veicoli inferiori che agivano nel mondo. L’anima non ha fatto altro che concentrare la sua attenzione e la sua coscienza sui veicoli inferiori. Questo è il funzionamento del meccanismo della reincarnazione. L’anima usa dei veicoli finché ne ha bisogno e poi li abbandona per indossare altre vesti. Quindi ciò che conosciamo come morte non è altro che un ritrarsi della coscienza dell’anima dai piani inferiori, per riportarsi verso quelli più alti.
La reincarnazione andrebbe studiata potendo osservare il ciclo delle varie trasformazioni dell’anima con il maturare delle sue esperienze di vita. I teosofi affermano che ogni passo di questo incedere dell’anima è presente nella Memoria del Logos, perciò un “investigatore” dei piani sottili può mettersi in contatto con quella Memoria e vedere le precedenti incarnazioni di un’anima.
Un fatto da tenere in considerazione è che non tutte le anime imparano alla stessa maniera, quindi non tutte le anime, in un dato momento, hanno la medesima capacità. Esistono inoltre anime vecchie e anime giovani. Un’anima giovane impara più lentamente a causa della poca esperienza accumulata. Per questo spesso si ripetono le medesime esperienze, finché pian piano si amplia la capacità di acquisire da esse. L’età di un’anima è dunque molto rilevante.
Ci sono delle anime incapaci di dominare i propri istinti e ci sono anime più evolute, ma la legge generale prescrive che, dopo la morte, l’anima debba passare un periodo di tempo sul piano astrale, finché possiede ancora il corpo astrale, e un certo lasso di tempo nel piano mentale inferiore, finché possiede il corpo mentale. Il mondo mentale inferiore è chiamato “Devachan” dai teosofi, e indica il luogo in cui l’anima rivive i suoi desideri e le aspirazioni della vita terrena.
In quel luogo l’anima appaga pienamente tutti i suoi desideri e gode della felicità di vedere realizzato ciò che aveva sognato. Perciò l’anima può vivere per secoli immersa nella completa beatitudine, almeno finché le forze che avevano sorretto quelle aspirazioni si siano esaurite.
Poi però viene il tempo in cui l’anima deve abbandonare anche il corpo mentale. Essa si ritrova allora nel corpo causale con il bagaglio di esperienze acquisite, e che ha trasformato in ideali e capacità di amare e di agire. Ma, poiché il cammino di perfezionamento è molto lungo, ben presto arriva il momento di nascere ancora. L’anima si ricrea dei nuovi veicoli inferiori con cui potrà affrontare una nuova incarnazione.
L’intervallo tra due vite, viene trascorso in gran parte nel mondo celeste inferiore, detto Devachan. La lunghezza della permanenza qui, dipende dalla quantità e dalla qualità delle aspirazioni accumulate nella vita passata. Le anime meno evolute solitamente vivono una breve vita nel Devachan, mentre quelle più evolute vivono molto più a lungo nel mondo celeste.
Riguardo al sesso, va detto che le caratteristiche di genere hanno come unico scopo quello di farci acquisire delle differenti esperienze. Perciò viviamo, di volta in volta, con il genere sessuale che ci fa sviluppare meglio e che favorisce la migliore comprensione delle esperienze che viviamo.
Le necessità variano a seconda dell’anima, ma si dice che non ci sia una regola fissa sul numero di vite come maschio o femmina che vivremo. E non c’è una regola neppure sulla durata della vita fisica. Il tempo della morte fisica, tuttavia, è definito “a priori”, ossia prima della nascita, dai “Reggenti del Karma”. Essi sono Angeli preposti a pareggiare il male e il bene del passato e del presente dell’uomo. Il loro ruolo è quello di fare in modo che, nel pareggio del male e del bene, si ottenga sempre il massimo bene per la creatura. Inoltre, se una vita può essere più utile se diviene più breve, essi possono decidere di accorciare quella vita. Oppure, al contrario possono allungarla. La durata dell’incarnazione, è sempre sorretta e motivata da uno scopo.
Sebbene le linee evolutive e gli eventi principali della vita siano definiti dagli Angeli a seconda del karma, cioè dei meriti e demeriti che abbiamo accumulato, ci resta comunque un margine di libertà. Possiamo cioè scegliere come modificare la nostra vita per mezzo della nostra iniziativa, accelerando la comprensione e rendendo più veloce e indolore il nostro sviluppo.
Nel corso delle incarnazioni il corpo fisico cambia, ma il corpo causale detto Augoide, non cambia mai. Esso mantiene sempre la propria forma peculiare, che certe persone speciali riescono perfino a scorgere, percepire dietro il corpo fisico. Il corpo causale è il “volto” che non cambia mai: esso resta immutabile per tutte le nostre vite.
Ogni anima evolve restando legata alle anime con cui ebbe legami d’affetto, perciò non percorre da sola i sentieri della vita. Essa cammina in compagnia di altre anime che ha imparato ad amare. Un affetto profondo, è quindi sempre un legame di anime e non di materia. Ecco perché le anime che sono affini si riconoscono sempre.
Le relazioni fisiche hanno un’importanza minore rispetto alle affinità elettive tra anime. Le incarnazioni delle anime s’intrecciano, creando relazioni in cui impersonano, di volta in volta, ruoli differenti: come genitori, fratelli, amanti o amici. E poi, nelle vite successive, questi ruoli si scambiano. Facciamo l’esempio di A e B. Vediamo A vivere tre vite come femmina, e B come maschio. In una vita B è amante di A, in un’altra è fratello di A, poi in una terza vita, diventa figlio di A. Nella quarta vita, A e B si incontrano entrambi come maschi, e diventano amici fraterni.
La vita potrebbe sembrare incomprensibile, senza la realtà dell’evoluzione che mostra il futuro cui l’uomo è diretto. L’evoluzione è un processo che cura l’anima senza trascurare il corpo. Uno sviluppo evolutivo equilibrato non deve tralasciare nessun aspetto della vita individuale. Anche la morte deve perdere il suo aspetto tremendo, poiché gli uomini vanno verso la perfezione insieme a coloro che amano. Quando poi l’anima sarà uscita dal “ciclo del Samsara”, ossia il ciclo delle incarnazioni necessarie, essa continuerà l’evoluzione diventando Maestro di Saggezza, ossia il Verbo di Dio fatto carne.
Articolo di Sharatan
Fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2013/10/mutazioni-dellanima.html