La senti questa lieve malinconia? Come l’avvicinarsi di una fine tanto attesa ma che ora, che si trova ormai appena fuori dalla tua porta, sembra essere giunta troppo in fretta. Altre cose vorresti fare. Ancora un po’ vorresti rimanere. Non è una morte, e tu lo sai, eppure ti senti così, ti senti un po’ morire.
Anima antica, hai aspettato così a lungo questo momento, hai sofferto, hai lottato, hai pianto. Tante volte hai chiesto che arrivasse in fretta perché eri esausta. Tante volte hai invocato e pregato e chiesto aiuto, affinché questo continuo turbamento nei tuoi sistemi, questa continua alternanza di emozioni, ferite e memorie dolorose si placasse. Affinché quel “nuovo” tanto a lungo desiderato e promesso, si spalancasse innanzi a te.
E ora che il momento sta giungendo, ora che senti che il vecchio sta finalmente scivolando via, quel “finalmente” si è fatto improvvisamente pesante. Come quando, una volta adulta ti accingevi a lasciare la casa paterna per uscire libera nella tua vita, hai sentito la terra tremare sotto i tuoi piedi, e hai desiderato restare ancora un po’ nell’illusione di quella casa, che seppur soffocante, seppur ingiusta, seppur castrante, dava la sensazione di sicurezza, di calore. Anche se era un calore gelido.
Così di nuovo oggi sei in quel punto. Oggi senti che stai nuovamente varcando quella porta che una volta oltrepassata ti consentirà di uscire libera, di vivere la tua vera vita. E di nuovo ti fermi prima dell’uscio. Di nuovo la terra ti trema sotto i piedi.
Osservi forse per la prima volta ciò che fa parte della tua vita, anima antica, le persone accanto a te, che per tanto tempo ti hanno sfidata e adesso appaiono più sorridenti. Le situazioni che ti hanno stremata, che adesso profumano di te. I luoghi che ti hanno rinchiusa, tenuta quasi prigioniera, che adesso tanto ti somigliano. E senti questa lieve malinconia, la nostalgia di qualcosa che sai, stai per lasciare per sempre.
Non perché ci sia davvero una morte, non perché andrai davvero lontano, ma perché cosa ci sia dietro quella porta lo ignori. Lo hai immaginato, sognato, disegnato tante volte dentro di te, eppure scopri che non hai nessuna immagine ora che ti conforti, non hai promesse che aspettano di essere mantenute. Niente.
Non sai cosa troverai dietro quella porta, perché nulla esiste ancora, ogni cosa si creerà per te solo nel momento in cui oltrepasserai quella soglia. Solo nel momento in cui lascerai andare il passato così come lo conosci. Solo nel momento in cui accetterai di entrare nel nuovo, un nuovo che ancora non ha volti, non ha situazioni, non ha luoghi. E ti senti un po’ morire.
E ogni cosa si colora di te, dei tuoi sorrisi, delle tue lacrime, delle tue sconfitte, delle tue vittorie. Ogni cosa che hai vissuto al di qua della porta sei tu. Un “tu” che è tutto ciò che sai di te stesso.
Sono pronta a sperimentare me stessa come mai prima d’ora?
Sono pronta a guardarmi come mai mi sono vista?
Sono pronta a divenire quell’essere unico, speciale ed insostituibile che mi dicono sarò?
Sono pronta a sentirmi felice, appagata, realizzata?
Ti chiedi ora. E le gambe tremano, ti volti indietro a cercare un appiglio, a cercare ciò che ti è familiare, a cercare ciò che sai di te. E ogni cosa ti sembra più dolce adesso, come se il dolore in fondo non fosse un nemico, ma il contatto con la parte più profonda e intima di te stessa. Come se lasciare tutto significasse scomparire, significasse arrendersi. Come se, una volta lasciato andare il passato, lasciato andare il dolore, lasciata andare la lotta, non ci fosse più nulla da fare. Come se la tua stessa anima non riuscisse a trovare altro scopo, altra prospettiva, altra spinta a muoversi.
E intanto la porta è ancora chiusa, e tu resti in piedi sull’uscio a domandarti cosa fare. E così cerchi dentro di te nuove sfide, nuovi imbrogli, nuovo dolore, altre cose da ripulire, da comprendere, da perdonare.
Ma non c’è più nulla ormai anima antica. Hai fatto tutto bene. Hai fatto tutto quello che dovevi fare. Adesso rimani tu, solo tu. E se ancora non lo percepisci, non è perché hai realmente ancora qualcosa da fare qui, ma semplicemente perché ancora ti impedisci di aprire quella porta.
Sappi che puoi restare quanto vuoi, troverai sempre altre cose da rivedere, da riaggiustare, da risolvere. Se lo desideri. Sei tu che scegli e anche in questo sei sostenuta con tutto l’amore possibile. Ma non ti ingannare. Non hai più un motivo reale per restare in questa dimensione di dolore.
Accetta il fatto che sei tu che hai ancora bisogno di rimanere ferma, nel passato, nel sofferenza, nella ricerca della tua risoluzione. Perché questo gioco tu ormai lo ami, lo hai scelto decine, centinaia di volte. Centinaia di volte hai scelto di tornare. In fondo questo gioco umano è stato bello vero? Hai compreso tanto, hai fatto così tante cose, ti sei misurata in così tante sfide. E se non potessi giocarci mai più? Ecco di nuovo questa lieve malinconia.
Tutto è pronto ora, se lo vuoi. Tu sei pronta ora, anima antica, se lo vuoi. È vero, non sai cosa troverai oltre quella porta. Non sai quali volti conosciuti ancora ci saranno, quali luoghi, quali situazioni.
Non è una morte, se non quella di una recita che non ha più scopo, se non quella di una vecchia matrice che non è più supportata, che non può farti crescere oltre. Non stai lasciando la tua casa, anima antica. Tu non ricordi più cosa significhi creare la gioia dalla gioia, ma questa è la tua vera natura. Questa è la tua vera missione. Questo è l’abito che sei solita indossare quando ti ricordi di Te.
Sarai ancora qui, domani, ma solo spogliata di ciò che non è la verità. Potrai ancora fare esperienza di tutto, ma la farai nell’amore, non nel dolore. Avrai ancora accanto i volti che conosci così bene, ma uniti a te nell’amore, non nelle ferite.
Non avere paura quindi. Apri quella porta. Oltrepassa quella soglia sulla quale sosti da ormai troppo tempo. Porta con te questa lieve malinconia se vuoi, ma sappi che con questo passo non stai lasciando la tua casa, con questo passo stai in verità tornando a Casa.
Ti chiedi cosa ci sarà oltre quella porta? Bene, anima antica, sappi che oltre quella porta… ci sei veramente Tu.
Articolo di Georgia Briata
Fonte: http://www.iosonoilmiobuddha.it/2016/11/oltrepassa-quella-porta.html