La materia non esiste nel modo in cui solitamente noi ce la raffiguriamo; essa esiste, tuttavia, come illusione cosmica.
“Per liberarsi dell’illusione è necessario conoscere un metodo ben preciso. Non si può curare un drogato in un batter d’occhio. La coscienza materiale si impadronisce dell’uomo attraverso la legge dell’inganno, legge che l’uomo non può superare se non apprendendo e seguendo la legge opposta, quella della verità.
Lo Spirito è divenuto materia attraverso una serie di processi di materializzazione: la materia dunque procede dallo Spirito e non può essere differente da esso che ne è la causa. La materia è una espressione parziale dello Spirito; è l’infinito che ha l’apparenza del finito, l’Illimitato che appare limitato. Ma poiché la materia non è che Spirito in un una sua ingannevole manifestazione, la materia non esiste di per sé“.
Coscienza e materia
“All’inizio della Creazione lo Spirito, fino allora immanifesto, proiettò due nature: coscienza e materia. Esse sono le sue due espressioni vibratorie. La coscienza è una vibrazione più densa dell’unico Spirito trascendente.
La coscienza è la vibrazione dell’aspetto soggettivo dello Spirito e la materia lo è del suo aspetto oggettivo. Lo Spirito, quale Coscienza Cosmica, è potenzialmente immanente nella materia vibratoria oggettiva e si manifesta soggettivamente, come coscienza presente in tutte le forme create. Questa coscienza raggiunge la sua più alta espressione nella mente umana, con le sue innumerevoli ramificazioni di pensiero, sentimento, volontà e immaginazione.
La differenza fra materia e Spirito consiste nel diverso ritmo vibratorio: si tratta di una differenza di grado, quindi, non di sostanza. Questo punto potrà essere chiarito dall’esempio seguente. Benché tutte le vibrazioni siano qualitativamente uguali, le vibrazioni che vanno dai 16 ai 20.000 cicli al secondo, sono abbastanza dense da poter essere percepite dall’udito umano; le vibrazioni al di sotto dei 16 e al di sopra dei 20.000 cicli sono, invece, gradualmente inudibili. Tra le vibrazioni udibili e quelle inudibili non c’è differenza essenziale, sebbene esista una differenza relativa.
Mediante il potere di maya, l’illusione cosmica, il Creatore fece apparire le manifestazioni della materia talmente distinte e dettagliate, da spingere la mente umana a credere che esse non abbiano alcun rapporto con lo Spirito“. (Parahamansa Yogananda)
Con queste parole, Parahamansa Yogananda, chiarisce definitivamente la sottile linea di confine che esiste tra Materia e Spirito, indicando il carattere relativo e non sostanziale della differenza tra i due. L’una (materia) procede dall’altro (Spirito) in una soluzione di continuità che soltanto una coscienza poco acuta non saprebbe cogliere.
Del resto, quando dice che un drogato non può esser guarito in un batter di ciglio, ci dice che anche per “acuire” tale visione e stato di consapevolezza, occorre un certo periodo di tempo, un certo sforzo, senza il quale saremmo sviati dall’ingannevole manifestazione della materia, come se essa soltanto fosse l’unico ed esclusivo oggetto di tutta la nostra considerazione.
Ma, poiché la materia non è altro che la manifestazione ingannevole dello Spirito, essa di per sé non esiste. O meglio, esiste nella dimensione della Terra tridimensionale, ove tutto si svolge e si dipana ad una velocità vibrazionale ridotta e condensata, tale che si ha l’impressione di essere ostaggi di un tempo e di uno spazio percepiti come “finiti” e “solidi”.
È dunque dall’invisibile che procede il visibile; dall’immanifesto che si genera il manifesto. Come potrebbe altrimenti essere? Così come dalla mente dell’architetto viene immaginata l’edificazione di un palazzo, prima di essere trasferita sulla carta o disegnata sul monitor di un computer, fino alla sua completa realizzazione nella materia, allo stesso modo, dai mondi invisibili si crea la realtà, così come siamo abituati a concepirla: un insieme ordinato di spazi, di pieni e di apparentemente vuoti che si susseguono e si intrecciano tra loro in un ordine perfetto, a formare la consistenza solida ed espansa delle cose nello spazio-tempo. Ma la natura dell’ingombro è essa stessa alimentata e costituita dello stesso soffio vitale invisibile, senza il quale ogni cosa o essere vivente collasserebbe e imploderebbe su se stessa.
Ciò è palese nel caso di un corpo umano o animale, appena dopo il decesso. Esso, che solo un attimo prima era inabitato e mosso dal soffio vitale, dopo aver esalato l’ultimo respiro, si presenta totalmente privo di vitalità e movimento. Si dice: è morto! Eppure la silhouette di quel corpo è la stessa, uguale e identica a quella di un momento prima della morte.
Soltanto al termine del ciclo vitale, lo Spirito evade dalla materia, per ritornare alla fonte da cui è provenuto, mentre fino ad allora esso vibra e sostanzia tutte le cose create e gli esseri viventi che popolano i pianeti. Sulla Terra che vibra alla terza dimensione, il gap tra lo Spirito e la Materia appare più evidente poiché, rispetto a quei mondi ove la sostanzialità della parte spirituale è prevalente su quella materiale, la fenomenologia della materia prevale su quella dello Spirito, addirittura annebbiando e confondendo le menti degli uomini, i quali sono convinti – per lo più – che tutto si esaurisca sul piano delle forme (materiale), cui attribuiscono l’unica sostanza (in realtà sarebbe più corretto definirla “vacuità”, in quanto priva di sostanza) per la quale valga la pena vivere.
Fonte: http://incantodiluce.blogspot.com/2017/02/materia-e-spirito-spirito-e-materia.html